VILLA ADA WORLD MEDICINE

I Fisioterapisti e gli Osteopati che lavorano nei nostri centro sono tutti in possesso di Laurea in Fisioterapia ed iscritti all’ordine TSRM e delle professioni sanitarie tecniche della riabilitazione e della prevenzione (Vedi sito TSRM).

Il Centro Villa Ada World Medicine effettuerà il seguente orario dal lunedì al venerdì: 7.30 – 20.30  Sabato: 8:00 – 14:30

Garantiamo ai pazienti ed al personale tutti gli standard di sicurezza:
– sanificazione di ambienti e attrezzature.
– Rispetto delle normative sul distanziamento.

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TERAPIE MEDICO-RIABILITATIVE

La visita ortopedica è un’esame medico specializzato che si concentra sul sistema muscolo-scheletrico, includendo ossa, muscoli, articolazioni, tendini e legamenti. Durante la visita, l’ortopedico effettua un’accurata anamnesi del paziente, valutando i sintomi, la storia clinica e l’esito di eventuali precedenti trattamenti. Si procede poi con un esame fisico mirato, che può includere la valutazione della mobilità articolare, della forza muscolare e della presenza di dolore. A seconda dei casi, possono essere richiesti esami diagnostici aggiuntivi come radiografie, MRI o TAC per una diagnosi precisa. L’obiettivo è identificare la causa dei sintomi e sviluppare un piano di trattamento personalizzato, che può variare da terapie conservative come fisioterapia e farmaci, a interventi chirurgici, per migliorare la qualità di vita del paziente.

La visita fisiatrica è un appuntamento medico con uno specialista in medicina fisica e riabilitazione, noto anche come fisiatra. Questo tipo di visita è essenziale per valutare e trattare pazienti con disabilità o limitazioni funzionali derivanti da condizioni come lesioni muscolo-scheletriche, disturbi neurologici, malattie croniche o postumi di interventi chirurgici. Durante la visita, il fisiatra effettua un’analisi approfondita dello stato di salute del paziente, esaminando la forza muscolare, la mobilità, la coordinazione e altre funzioni motorie. Lo scopo è di elaborare un piano di riabilitazione personalizzato, che può includere terapie fisiche, trattamenti farmacologici, consigli per ausili ortopedici e strategie per migliorare l’indipendenza quotidiana. L’obiettivo finale è ottimizzare la funzionalità e la qualità di vita del paziente, promuovendo il recupero delle capacità fisiche e cognitive il più possibile.

La terapia infiltrativa articolare è un trattamento medico minimamente invasivo usato per alleviare il dolore e l’infiammazione in specifiche articolazioni affette da patologie come l’artrite, le lesioni dei tessuti molli o l’osteoartrosi. Questa procedura consiste nell’iniezione diretta di farmaci, quali corticosteroidi o acido ialuronico, nell’articolazione colpita. Gli steroidi riducono rapidamente l’infiammazione e il dolore, mentre l’acido ialuronico agisce come lubrificante, migliorando la mobilità articolare e riducendo l’attrito tra le cartilagini. La terapia può essere effettuata sotto guida ecografica per aumentare la precisione dell’iniezione. È considerata una soluzione efficace per i pazienti che non hanno risposto a trattamenti conservativi come fisioterapia o farmaci orali. La risposta al trattamento varia in base all’individuo e alla patologia trattata, ma molti pazienti sperimentano un significativo sollievo dai sintomi.

L’ozonoterapia è un trattamento medico che impiega l’ozono, una forma di ossigeno con tre atomi invece di due, per curare una serie di condizioni. Questa terapia sfrutta le proprietà dell’ozono per stimolare il sistema immunitario, migliorare l’ossigenazione dei tessuti, e favorire la rigenerazione cellulare. Viene utilizzata in diversi ambiti clinici, inclusi il trattamento di patologie croniche, dolori articolari, dischi intervertebrali erniati, ferite che faticano a guarire, e malattie vascolari. L’ozonoterapia può essere somministrata attraverso diverse modalità, come iniezioni dirette nella zona interessata, insufflazione rettale, o miscelazione con il sangue prelevato dal paziente e successivamente reinfuso. Pur essendo considerata sicura e minimamente invasiva, è fondamentale che sia eseguita da personale medico qualificato, in quanto l’uso improprio dell’ozono può avere effetti collaterali. La ricerca scientifica continua a esplorare l’efficacia e le applicazioni dell’ozonoterapia, ampliandone le potenziali indicazioni terapeutiche.

La mesoterapia è un trattamento minimamente invasivo che consiste nell’iniezione di sostanze farmacologiche, vitaminiche, antinfiammatorie o analgesiche direttamente nel mesoderma, lo strato medio della pelle. Questo metodo è utilizzato per una varietà di scopi terapeutici e estetici, tra cui la riduzione del dolore, il trattamento di condizioni infiammatorie, la riduzione della cellulite, la promozione della perdita di peso e il miglioramento dell’aspetto della pelle. Le sostanze iniettate variano a seconda degli obiettivi specifici del trattamento e possono essere personalizzate per rispondere alle esigenze individuali del paziente.

La mesoterapia si basa sulla teoria che iniettare piccole quantità di farmaci direttamente nella zona interessata possa produrre risultati più efficaci con minori effetti collaterali rispetto alla somministrazione orale o intravenosa di dosi più elevate. Questo approccio mira a ottimizzare i risultati riducendo al contempo i rischi associati ai farmaci.

Sebbene la mesoterapia sia ampiamente utilizzata in molti paesi e abbia mostrato risultati promettenti in vari campi, la sua efficacia e sicurezza continuano a essere oggetto di ricerca e discussione nella comunità scientifica. È importante consultare un medico qualificato e con esperienza in mesoterapia per valutare i potenziali benefici e rischi prima di sottoporsi al trattamento.

La riabilitazione pre-operatoria viene effettuata prima di qualsiasi intervento chirurgico “programmato” a carico dell’apparato locomotore ed ha lo scopo di preparare il paziente a livello articolare, muscolare e propriocettivo (percezione del proprio corpo). Questo permetterà , nella fase successiva all’operazione, un recupero funzionale più rapido.

La riabilitazione post-operatoria è l’insieme di tutte quelle tecniche fisioterapiche necessarie per creare un percorso di recupero funzionale a seguito di un evento traumatico trattato con o senza intervento chirurgico. I trattamenti saranno quindi rivolti in successione all’istruzione per l’utilizzo di eventuali tutori o supporti.

La rieducazione motoria, quale terapia del movimento, mira a ristabilire la normale funzionalità muscolare, miofasciale, articolare e di coordinazione del movimento di uno o più arti e, di conseguenza, di tutto il corpo. Viene effettuata, in genere, inizialmente in maniera passiva e poi attiva. E’ indispensabile in caso di interventi chirurgici a carattere ortopedico, sia come preparazione ad esso che, in seguito, come riabilitazione. Essa risulta inoltre determinante nel trattamento delle patologie a carattere neuro-motorio.

Oltre che per scopi terapeutici, la rieducazione motoria sta giustamente assumendo un ruolo sempre più importante in campo preventivo e sportivo. Ricordiamo che lo stile di vita attuale (sedentarietà, stress, habitat e superfici artificiali) porta a una perdita di coscienza del proprio corpo (dispercezione corporea) con conseguente perdita di abilità motorie, alterazioni posturali e quindi, in ultima analisi, in base alla psiconeuroendocrinoimmunologia, di salute fisico-psichica.

E’ un importante e rivoluzionario metodo riabilitativo che nasce da studi, ricerche biomeccaniche e neurofisiologiche del Professor Philippe E. Souchard, docente di fama internazionale che ha creato ed elaborato la Rieducazione Posturale Globale, fondando l’Universitè Internationale Permanente de Therapie Manuelle (Uiptm) con sede a Saint Mont, in Francia, centro di diffusione del metodo nel mondo.

La metodica viene insegnata e praticata in più di dodici paesi del mondo. La Rieducazione Posturale Globale, più frequentemente designata dalle sue iniziali R.P.G., nasce dal libro “Le Champ Clos” (Il Campo chiuso), pubblicato dal Professor Ph. E. Souchard nel 1981. L’R.p.g. ha come obiettivo finale il ripristino globale dell’equilibrio statico e dinamico del corpo, compromesso per l’intervento di spontanei meccanismi di difesa contro aggressioni esterne.

Il trattamento è qualitativo, basato su posture di stiramento progressivo attivo dei muscoli antigravitari (statici e di natura fibrosa), interamente gestite dal terapeuta con la partecipazione attiva del paziente.

La rieducazione neurologica è un approccio terapeutico finalizzato al recupero delle funzioni motorie e cognitive compromesse a seguito di eventi neurologici, come ictus, traumi cranici, malattie neurodegenerative (per esempio, sclerosi multipla, malattia di Parkinson) o lesioni del midollo spinale. Questo tipo di riabilitazione si basa sulla neuroplasticità, ovvero la capacità del cervello di riorganizzare e formare nuove connessioni neurali in risposta all’apprendimento e all’esperienza, anche dopo un danno neurologico.

Il processo di rieducazione neurologica è altamente personalizzato e può includere una varietà di tecniche e metodologie, tra cui terapie fisiche, esercizi mirati, terapie occupazionali, stimolazione sensoriale, training cognitivo e l’uso di tecnologie assistive e realtà virtuale. L’obiettivo è massimizzare il recupero delle capacità residue del paziente, migliorare la sua autonomia e qualità di vita, e facilitare il reintegro sociale e lavorativo.

La rieducazione neurologica richiede un approccio multidisciplinare, coinvolgendo un team di professionisti della salute come fisioterapisti, terapisti occupazionali, logopedisti, neuropsicologi e medici specializzati in neurologia e medicina riabilitativa. Il successo di questo tipo di riabilitazione dipende dalla tempestività dell’intervento, dalla durata e intensità del trattamento, dalla motivazione del paziente e dal supporto di un ambiente favorevole al recupero.

La rieducazione pelvica è un approccio terapeutico focalizzato sul rafforzamento e il miglioramento della funzionalità dei muscoli del pavimento pelvico. Questa pratica è particolarmente indicata per persone che soffrono di incontinenza urinaria o fecale, prolasso degli organi pelvici, dolore pelvico cronico, disfunzioni sessuali, o che stanno recuperando dopo il parto. L’obiettivo è ripristinare la corretta funzione dei muscoli pelvici, migliorando così la qualità di vita del paziente.

Il trattamento può includere esercizi specifici di Kegel, che mirano al rafforzamento dei muscoli pelvici, tecniche di biofeedback per aiutare i pazienti a identificare e controllare i muscoli corretti, elettrostimolazione per migliorare la forza muscolare e l’endurance, e terapie manuali per ridurre il dolore e migliorare la mobilità. Inoltre, possono essere forniti consigli comportamentali riguardanti la gestione dei liquidi, la dieta, e le strategie per un corretto svuotamento della vescica e dell’intestino.

La rieducazione pelvica richiede un approccio personalizzato, basato sulle specifiche esigenze del paziente. È importante che il trattamento sia condotto sotto la guida di un fisioterapista specializzato in riabilitazione pelvica, che possa valutare accuratamente la condizione del paziente e sviluppare un piano terapeutico mirato. Questo tipo di terapia ha dimostrato di essere efficace nel migliorare significativamente i sintomi e la funzionalità nei pazienti affetti da disfunzioni del pavimento pelvico.

La rieducazione respiratoria è un approccio terapeutico volto a migliorare la funzione respiratoria e l’efficienza del sistema respiratorio in individui affetti da disturbi respiratori cronici o acuti, come la broncopneumopatia cronica ostruttiva (BPCO), l’asma, la fibrosi cistica, o in seguito a interventi chirurgici toracici o addominali. Questa forma di riabilitazione respiratoria comprende una serie di tecniche e esercizi specificamente progettati per aumentare la capacità polmonare, facilitare il drenaggio delle secrezioni bronchiali, migliorare lo scambio gassoso, e ridurre il lavoro respiratorio.

Tra le principali tecniche impiegate nella rieducazione respiratoria vi sono:

  1. Esercizi di respirazione diaframmatica: per rafforzare il diaframma e migliorare l’efficienza respiratoria.
  2. Esercizi di controllo del fiato: per aumentare la tolleranza allo sforzo e ottimizzare la distribuzione dell’aria nei polmoni.
  3. Tecniche di espettorazione: per aiutare a rimuovere le secrezioni dalle vie aeree, migliorando la funzione respiratoria e prevenendo le infezioni.
  4. Allenamento muscolare inspiratorio: per rafforzare i muscoli coinvolti nella respirazione, particolarmente utile in pazienti con debolezza muscolare respiratoria.

La rieducazione respiratoria è spesso accompagnata da educazione sanitaria riguardante la gestione delle condizioni respiratorie, strategie per evitare fattori scatenanti, e l’uso corretto di farmaci inalatori. Questo approccio multidisciplinare, che può includere la collaborazione di fisioterapisti, pneumologi, infermieri e altri professionisti della salute, mira a migliorare la qualità di vita dei pazienti, riducendo i sintomi, migliorando la capacità di svolgere attività quotidiane, e riducendo la necessità di ospedalizzazioni.

La rieducazione respiratoria richiede un impegno attivo da parte del paziente e può essere personalizzata in base alle specifiche esigenze individuali. I programmi possono variare in durata e intensità, ma l’obiettivo comune è sempre quello di ottimizzare la funzione respiratoria e promuovere un maggiore benessere.

Kinesiterapia significa terapia del movimento ed è un trattamento che viene fatto a seguito di immobilizzazioni prolungate (ingessature e applicazione di tutori), di interventi chirurgici, di traumi, per i quali l’articolazione ha difficoltà a svolgere i normali movimenti e le naturali capacità fisiologiche risultano limitate, anche a livello muscolare.
La kinesiterapia è efficace anche nei casi di malattie delle articolazioni, in quanto permette una normale attività delle articolazioni e dei legamenti, che altrimenti andrebbero lentamente a bloccarsi.
Inoltre apporta benefici all’apparato respiratorio, alla circolazione sanguigna ed al metabolismo, contribuendo alla prevenzione di patologie più gravi ed a migliorare quelle già esistenti.

La terapia manuale è un sistema internazionalmente riconosciuto di prevenzione, valutazione e trattamento di disturbi che interessano l’apparato muscoloscheletrico attraverso l’uso delle mani; in questo ambito rientrano l’osteopatia, la terapia miofasciale, la tape therapy etc. Rappresenta uno strumento indispensabile per il terapista a cui permette una valutazione funzionale globale del soggetto che mette in correlazione la disfunzione del sistema locomotore e i sintomi del paziente. Essa non è in competizione con la diagnosi del medico, ma la completa. Il trattamento nella terapia manuale persegue principalmente questi obiettivi: trattamento dei sintomi; mobilizzazione dell’ipomobilità; mantenimento della mobilità; stabilizzazione dell‘ipermobilità con esercizio mirato da compiere a domicilio; influenzare il cambiamento tissutale fasciale avvalendosi di informazione verbale, informazione terapeutica continuativa (Tape therapy posturale) e istruzione di auto-esercizi terapeutici, per l’esecuzione di un trattamento sempre più mirato delle cause disfunzionali (tessuti ossei, capsulari, legamentosi, tendinei, muscolari e fasciali) alla base del dolore.

L’osteopatia è una pratica terapeutica manuale non invasiva che si concentra sulla diagnosi, il trattamento e la prevenzione di una varietà di disturbi muscolo-scheletrici e di altre condizioni relative alla salute. Basata sul principio che il corpo ha una naturale capacità di autoguarigione e autoregolazione, l’osteopatia mira a ripristinare l’equilibrio funzionale tra tutte le strutture corporee: ossa, muscoli, articolazioni, tessuti connettivi, e sistemi circolatorio, linfatico e nervoso.

Gli osteopati utilizzano un approccio olistico nella valutazione dei pazienti, considerando non solo i sintomi specifici, ma anche lo stile di vita, i fattori di stress e le abitudini alimentari come elementi influenti sulla salute generale. Attraverso una serie di tecniche manuali quali manipolazioni articolari, massaggi, stretching e mobilizzazioni delicate, l’osteopatia si propone di alleviare il dolore, migliorare la mobilità e ottimizzare le funzioni corporee.

Le applicazioni dell’osteopatia sono ampie e possono includere il trattamento di mal di schiena, dolori cervicali, problemi articolari, disturbi digestivi, mal di testa e condizioni stress-correlate, tra gli altri. È particolarmente apprezzata per la sua efficacia nel trattare disturbi muscolo-scheletrici cronici e acuti, offrendo ai pazienti un’alternativa o un complemento ai trattamenti medici convenzionali.

L’osteopatia pediatrica è una specializzazione dell’osteopatia che si concentra sul trattamento di neonati, bambini e adolescenti. Questo approccio terapeutico si basa sull’idea che le disfunzioni strutturali e biomeccaniche riscontrate precocemente nella vita possano influenzare lo sviluppo del bambino e portare a problemi di salute nel lungo termine. L’osteopatia pediatrica utilizza tecniche manuali dolci e non invasive per correggere queste disfunzioni, promuovendo così un sano sviluppo e migliorando il benessere generale del bambino.

Le tecniche osteopatiche pediatriche sono particolarmente adatte per trattare una varietà di condizioni comuni nei bambini, come coliche, disturbi del sonno, problemi di allattamento, disfunzioni della mandibola, asimmetrie craniche, problemi respiratori, disturbi digestivi e difficoltà posturali. Inoltre, l’osteopatia pediatrica può essere utile nel supportare bambini con condizioni neurologiche e disabilità dello sviluppo, offrendo un supporto complementare alle cure mediche tradizionali.

Gli osteopati pediatrici svolgono un’accurata valutazione della salute del bambino, prendendo in considerazione la storia clinica, le tappe dello sviluppo, e le eventuali condizioni mediche esistenti. Dopo la valutazione, sviluppano un piano di trattamento personalizzato che può includere una serie di visite per monitorare e supportare il progresso del bambino.

La sicurezza e la delicatezza delle manipolazioni sono di fondamentale importanza nell’osteopatia pediatrica. Gli osteopati che lavorano con bambini e neonati sono specificamente formati in tecniche che rispettano la vulnerabilità e la delicatezza della struttura corporea in crescita dei giovani pazienti. Questi professionisti possiedono una profonda comprensione delle varie fasi di sviluppo e sono addestrati a identificare e trattare le disfunzioni in modo efficace e delicato.

L’obiettivo principale dell’osteopatia pediatrica è di assistere il bambino nel suo percorso di crescita e sviluppo, garantendo che possa raggiungere il suo pieno potenziale fisico e funzionale. Genitori e caregiver giocano un ruolo attivo nel processo, ricevendo consigli e supporto per promuovere il benessere del bambino anche a casa. L’osteopatia pediatrica offre così un prezioso contributo al benessere complessivo dei più giovani, accompagnandoli in un percorso di salute ottimale fin dai primi anni di vita.

La valutazione posturale è un processo diagnostico fondamentale nel campo della fisioterapia e della medicina dello sport, mirato a identificare disallineamenti o squilibri nel corpo che possono portare a dolore, disfunzioni o ridotta efficienza nei movimenti. Questa analisi dettagliata della postura e della struttura corporea permette ai professionisti della salute di riconoscere pattern posturali anomali e di pianificare interventi correttivi personalizzati.

Durante una valutazione posturale, il paziente viene osservato in posizione eretta, da diverse angolazioni (frontale, laterale e posteriore), per esaminare l’allineamento di colonna vertebrale, articolazioni, testa e arti. Si valutano anche la simmetria del corpo, la distribuzione del peso, e la curvatura naturale della colonna nelle sue sezioni cervicale, toracica e lombare. Questo esame può includere la valutazione del modo di camminare (analisi del cammino) e di altri movimenti specifici, al fine di comprendere come le abitudini posturali influenzino la funzione muscolo-scheletrica generale.

La valutazione può essere supportata dall’uso di strumenti specifici, come specchi posturali, fili a piombo, piattaforme di forza e software di analisi posturale, che forniscono misurazioni precise e aiutano a identificare disfunzioni specifiche. Sulla base dei risultati ottenuti, il professionista può sviluppare un programma di intervento che può includere esercizi di rafforzamento e allungamento muscolare, tecniche di rieducazione posturale, consigli ergonometrici per la vita quotidiana e il lavoro, e, se necessario, terapie manuali o l’uso di supporti ortopedici.

La valutazione posturale è particolarmente utile per atleti, persone che svolgono lavori fisicamente impegnativi o sedentari, individui che soffrono di dolore cronico o che hanno subito infortuni. Intervenire sui problemi posturali non solo può ridurre il dolore e migliorare la mobilità, ma anche prevenire lesioni future, ottimizzando le prestazioni fisiche e il benessere generale. Un approccio proattivo alla salute posturale consente di mantenere un’ottima qualità di vita, minimizzando l’impatto delle disfunzioni posturali sulle attività quotidiane.

La massoterapia è una tecnica riabilitativa e preventiva che si fonda essenzialmente sull’applicazione di massaggi. Con questo termine si include infatti l’insieme di cure realizzato tramite massaggi a varie parti del corpo.

Essendo una delle terapie più antiche e diffuse, ha una larga applicazione nella cura dei traumi e delle malattie. Viene utilizzata per ridurre la fatica, incrementare la capacità di recupero degli atleti e per rilassare i muscoli (specie per chi soffre di stress e tensione muscolare). Determina uno stato di rilassamento generale a livello psicofisico.

La massoterapia produce un sensibile miglioramento della vascolarizzazione, aumenta l’elasticità della pelle e dei muscoli, determina un effetto rilassante e riesce ad alleviare il dolore con un effetto sedativo. Non solo migliora la circolazione linfatica ma scoglie le contratture muscolari.

Il drenaggio linfatico manuale è una tecnica di massaggio manuale basata su un metodo scientifico, collaudato nella sua efficacia ed applicazione nel trattamento e cura delle patologie del sistema linfatico.
Questo metodo ha come scopo terapeutico quello di migliorare la circolazione linfatica e garantire la rigenerazione ed il ricambio dei liquidi corporei.

La circolazione linfatica è formata da una fitta rete di vasi linfatici presenti in ogni parte del nostro organismo, che esplicano la funzione di far circolare la linfa (liquidi corporei) .
Una circolazione adeguata crea nutrizione, ossigenazione e difesa ai tessuti corporei, mentre difetti della circolazione creano un terreno favorevole per molte patologie che si riscontrano in seguito ad interventi chirurgici ed estetici.
Il metodo del linfodrenaggio trova le sue applicazioni in campo riabilitativo ed estetico per i suoi molteplici effetti terapeutici.
Il più importante effetto è quello antiedemigeno (drenante), ossia riduzione dell’edema o gonfiore provocato da stasi linfatica dopo intervento di chirurgia sui linfonodi (mastectomia); chirurgia plastica ed estetica; edemi post traumatici del viso, delle mani e delle articolazioni (fratture).
Un effetto terapeutico eccellente è quello cicatrizzante, favorendo un aumento dei processi cicatriziali nei casi di piaghe da decubito, ulcerazioni varicose, ferite da diabete, ustioni, eczemi e cheloidi cicatriziali.
Il metodo trova il suo riscontro in campo dermatologico per la capacità di migliorare la respirazione cutanea, rendendo la pelle più tonica, compatta con un effetto rigenerante.

In campo immunologico è indicato nei casi in cui è richiesta una migliore immunità locale (acne, ferite chirurgiche o accidentali) e colonizzazione batterica delle prime vie aeree (sinusiti, faringiti, tonsilliti in età pediatrica) per il suo effetto di stimolazione delle difese immunitarie.

Per la sua efficacia nel miglioramento del microcircolo si ottengono ottimi risultati nel trattamento estetico della cellulite.
Può avere indicazioni abbinato a sedute di agopuntura per facilitare la microcircolazione, l’ossigenazione cutanea di tessuti muscolari con effetti antidolorifici e rilassanti.

Per il suo effetto antalgico si applica su contratture muscolari, strappi muscolari e dolori articolari (artrosi).
Il drenaggio linfatico ha un effetto sedativo e rilassante, se associato a tecniche di rilassamento per favorire il sonno in soggetti stressati che necessitano di riposo.

Come tecnica di massaggio ha molteplici vantaggi per la sua capacità di agire in profondità, creando globalità di azione e personalizzazione del trattamento, oltretutto richiede una manualità specifica che nessun apparecchio è in grado di sostituirlo.

La miofibrolisi diacutanea (il prefisso dia deriva dal greco dià, ossia attraverso; quindi fibrolisi attraverso la cute) e’ un trattamento manuale dei tessuti connettivali profondi. Mediante l’uso di particolari strumenti altamente specifici (fibrolisori) è possibile agire su i tessuti con lo scopo di eliminare aderenze, noduli ecc. In presenza di eventi acuti la risposta del nostro organismo non sempre è ottimale. Il processo di guarigione può non essere perfetto e il risultato è la presenza di “cicatrici” nei muscoli o nei tendini. Tali cicatrici si presentano sotto varie forme come noduli o aderenze fibrose.

A volte il processo di riassorbimento di tali strutture può durare mesi, se spontaneo, a volte può non avvenire. La fibrolisi cerca di avviare o accelerare il processo di riassorbimento, riportando il tessuto in condizioni di normalità.

Indicazioni per la tecnica della MIOFIBROLISI DIACUTANEA
– Aderenze successive a traumi o interventi
– Fibrosi cicatriziale postchirurgica che limita il normale movimento.
– Tendinopatie, Nevralgie
– Sindromi trofiche degli arti: algoneurodistrofia, sindrome del tunnel carpale, sindromi muscolari varie, ect…

Controindicazioni
– Malattie dermatologiche
– Problemi circolatori
– Stato infiammatorio in fase acuta
– Ferite ancora non completamente rimarginate

I bendaggi funzionali rappresentano una tecnica di immobilizzazione selettiva utilizzata principalmente in ambito sportivo e ortopedico per prevenire infortuni o favorire il recupero post-lesione. Questi bendaggi sono applicati in modo da limitare il movimento in una o più direzioni, mantenendo al contempo una certa gamma di mobilità che consente al soggetto di continuare l’attività fisica, riducendo il rischio di ulteriori danni.

Il principio su cui si basa l’uso dei bendaggi funzionali è quello di fornire supporto esterno all’articolazione o al muscolo lesionato, facilitando il processo di guarigione naturale del corpo. Possono essere utilizzati per una vasta gamma di condizioni, come distorsioni, stiramenti muscolari, instabilità articolare e per prevenire recidive durante la ripresa dell’attività fisica.

La realizzazione di un bendaggio funzionale richiede competenze specifiche: deve essere applicato con la giusta tensione e configurazione per assicurare il supporto necessario senza compromettere la circolazione sanguigna o causare ulteriori danni. Materiali come nastri adesivi, bendaggi elastici e preformati sono comunemente impiegati, scelti in base alla parte del corpo da trattare e al tipo di lesione.

I benefici dei bendaggi funzionali includono la riduzione del dolore e dell’edema, la protezione dalla sovraesposizione a movimenti dannosi e il supporto psicologico che deriva dal sentirsi più sicuri durante il movimento. Nonostante la loro efficacia, è importante che l’applicazione dei bendaggi funzionali sia sempre preceduta da una valutazione accurata da parte di un professionista sanitario qualificato, quale un fisioterapista o un medico sportivo, per assicurare che la tecnica sia adatta al caso specifico e non pregiudichi il processo di recupero.

La Propriocezione (da “proprius” = “appartenente a se stesso”) è determinata dal flusso di segnali che origina dai propriocettori e raggiunge il midollo spinale per dare origine ai riflessi muscolari; essa svolge un ruolo determinante nel controllo neuromuscolare finalizzato al mantenimento della postura corretta e all’esecuzione dei movimenti di precisione.

I recettori sensoriali per la Propriocezione (situati a livello cutaneo, muscolare, tendineo e legamentoso) forniscono informazioni al Sistema Nervoso Centrale circa la posizione e l’equilibrio del corpo tramite un meccanismo di Feed-Back neuromuscolare che si interrompe in presenza di lesioni o anormalità. In presenza di un trauma vi è quindi sempre un’alterazione dei meccanismi propriocettivi che porta ad un difetto di “lettura” dello spazio circostante; di conseguenza il ridotto intervento del sistema propriocettivo riduce l’efficienza del controllo posturale della persona, privilegiando il Sistema Vestibolare, responsabile di una coordinazione grezza.
La Riabilitazione Propriocettiva è dunque una tecnica rieducativa fondata sui processi di Apprendimento, Ricezione Neuromotoria, Controllo Posturale e Chinesiologico, avente come obiettivo la costruzione di un nuovo Schema Corporeo.

L’idrokinesiterapia, nota anche come terapia acquatica o fisioterapia in acqua, è un metodo di riabilitazione che sfrutta le proprietà fisiche dell’acqua, come galleggiabilità, resistenza e pressione idrostatica, per facilitare l’esercizio terapeutico. Questa forma di terapia è particolarmente indicata per pazienti con difficoltà motorie, dolore, ridotta capacità funzionale o in fase di recupero da infortuni e interventi chirurgici.

La galleggiabilità dell’acqua riduce il carico sulle articolazioni e consente di eseguire movimenti che sarebbero difficili o dolorosi a terra, migliorando così l’ampiezza del movimento articolare. La resistenza dell’acqua aiuta nel rafforzamento muscolare, offrendo al tempo stesso un’efficace forma di resistenza che può essere facilmente adattata alle esigenze del paziente. Inoltre, la pressione idrostatica esercitata dall’acqua può avere effetti benefici sulla circolazione sanguigna e ridurre l’edema degli arti inferiori.

L’idrokinesiterapia è impiegata in una varietà di condizioni cliniche, tra cui disturbi muscolo-scheletrici, neurologici, ortopedici, reumatici e in programmi di riabilitazione cardiaca. Può essere particolarmente utile per pazienti anziani, persone in sovrappeso, o coloro che soffrono di artrite, in quanto l’ambiente acquatico riduce lo stress sulle articolazioni doloranti, facilitando l’esercizio e migliorando la mobilità e la forza senza causare ulteriori danni o dolore.

I programmi di idrokinesiterapia vengono sviluppati e monitorati da fisioterapisti specializzati, che adattano gli esercizi alle specifiche esigenze del paziente, garantendo che la terapia sia sia sicura che efficace. Questa forma di terapia può essere eseguita individualmente o in gruppo, e viene spesso integrata con altre forme di trattamento fisioterapico per massimizzare i benefici riabilitativi.

Riatletizzazione – medical fitness

Test isocinetico, Test Isometico : valutazione forza dinamica – valutazione forza statica.

TERAPIE FISICHE

Le onde d’urto focali rappresentano una metodologia terapeutica non invasiva che utilizza onde acustiche ad alta energia per trattare una varietà di condizioni muscolo-scheletriche croniche. Questa tecnica, originariamente sviluppata per frantumare i calcoli renali senza bisogno di interventi chirurgici, è stata successivamente adattata per il trattamento di patologie dei tessuti molli, come tendinopatie, borsiti, disturbi muscolari e calcificazioni.

Il meccanismo d’azione delle onde d’urto focali si basa sulla loro capacità di stimolare i processi naturali di guarigione del corpo. Le onde acustiche vengono concentrate e dirette verso l’area lesionata, dove inducono microtraumi che promuovono la rigenerazione dei tessuti e l’angiogenesi (formazione di nuovi vasi sanguigni), migliorando così la circolazione e facilitando il recupero. Inoltre, si ritiene che le onde d’urto abbiano effetti antinfiammatori e possano aiutare a dissolvere le calcificazioni nei tessuti molli.

Le applicazioni cliniche delle onde d’urto focali includono il trattamento di:

  • Tendinopatia calcifica della spalla
  • Epicondilite laterale (gomito del tennista) e mediale (gomito del golfista)
  • Fascite plantare con o senza presenza di speroni calcaneali
  • Tendinopatia Achillea
  • Sindrome da stress tibiale (periostite)
  • Punti trigger miofasciali (zone di tensione muscolare cronica)

Il trattamento con onde d’urto focali è generalmente considerato sicuro e ben tollerato. Non richiede anestesia, non comporta tempi di recupero lunghi e può offrire un’alternativa efficace o un complemento ai trattamenti più tradizionali, come la fisioterapia, gli antiinfiammatori non steroidei (FANS) o le iniezioni di corticosteroidi. La maggior parte dei pazienti riferisce un sollievo dal dolore e un miglioramento della funzionalità dopo poche sedute, sebbene il numero di trattamenti necessari possa variare a seconda della gravità e della durata della condizione.

Nonostante l’efficacia dimostrata nel trattamento di diverse patologie, l’uso delle onde d’urto focali potrebbe non essere indicato per tutti i pazienti. La valutazione da parte di un professionista qualificato è essenziale per determinare l’idoneità al trattamento, considerando controindicazioni come la gravidanza, la presenza di tumori, disturbi della coagulazione o infezioni nella zona da trattare. La ricerca continua a esplorare e a espandere le applicazioni delle onde d’urto focali, consolidandone il ruolo nel panorama delle terapie fisiche moderne.

Le onde d’urto radiali sono una forma di terapia fisica non invasiva che utilizza onde acustiche per trattare varie condizioni muscolo-scheletriche, in particolare quelle caratterizzate da dolore cronico e disfunzione dei tessuti molli. A differenza delle onde d’urto focali, che sono concentrate e penetrano in profondità nel tessuto, le onde d’urto radiali si diffondono radialmente dall’area di applicazione, influenzando una zona più ampia ma con una penetrazione meno profonda.

Questa terapia si basa sull’impiego di un dispositivo che genera onde acustiche ad alta energia, le quali, attraverso un applicatore posto sulla pelle, vengono trasmesse ai tessuti interessati. Queste onde stimolano il processo di guarigione naturale del corpo attraverso diversi meccanismi, tra cui l’aumento della circolazione sanguigna, la stimolazione della produzione di collagene, il rilascio di sostanze chimiche che riducono il dolore e l’infiammazione e la rottura di tessuti cicatriziali o calcificazioni.

Le principali indicazioni per l’uso delle onde d’urto radiali includono:

  • Fascite plantare
  • Tendinopatia del tendine d’Achille
  • Tendinopatia patellare
  • Epicondilite laterale e mediale (gomito del tennista e del golfista)
  • Borsite trocanterica
  • Sindrome della banda iliotibiale
  • Punti trigger muscolari

I vantaggi dell’utilizzo delle onde d’urto radiali risiedono nella loro capacità di offrire sollievo dal dolore e miglioramento della funzione senza la necessità di farmaci o interventi chirurgici, riducendo così i tempi di recupero e migliorando la qualità di vita dei pazienti. Il trattamento è generalmente breve, con sedute che durano pochi minuti, e i pazienti possono spesso notare un miglioramento dopo solo poche sessioni.

Nonostante l’alta efficacia e la sicurezza del trattamento, le onde d’urto radiali possono non essere adatte a tutti i pazienti. Le controindicazioni includono condizioni come la gravidanza, la presenza di tumori nella zona da trattare, disturbi della coagulazione del sangue e infezioni acute. È importante che la decisione di utilizzare le onde d’urto radiali sia presa dopo un’accurata valutazione da parte di un professionista sanitario qualificato, che possa considerare tutti i fattori rilevanti e determinare il regime di trattamento più appropriato per le specifiche esigenze del paziente.

In sintesi, le onde d’urto radiali rappresentano un’opzione terapeutica promettente per il trattamento di una vasta gamma di patologie muscolo-scheletriche, offrendo un approccio efficace per il miglioramento del dolore e della funzionalità senza gli svantaggi associati a trattamenti più invasivi.

Nell’ambito della riabilitazione motoria e della fisioterapia, la tecarterapia rappresenta una soluzione che si avvale di una differenza di potenziale energetico e che viene adottata da molti fisioterapisti. Consiste sostanzialmente in un’attivazione energetica del corpo del soggetto. L’innovazione di questo approccio è data però da una sostanziale differenza: mentre in altre terapie l’energia viene trasferita al paziente dall’esterno, durante la tecarterapia viene stimolata energia direttamente dall’interno del tessuto muscolare. Di solito non si tratta mai di una sola seduta ma di un percorso da iniziare col terapeuta, spesso associato al suggerimento di esecuzione di alcuni esercizi di isometrica e di allunamento muscolare.

Il fine ultimo è quello di attivare i processi antinfiammatori e riparativi naturali di cui il nostro corpo predispone. Ciò permette di ridurre considerevolmente la soglia del dolore nel soggetto, oltre ad accelerare i tempi di recupero della fase riabilitativa.

Vengono interessate delle cariche elettriche che sono presenti sotto forma di ioni, all’interno dei tessuti. La stimolazione che se ne ricava lavora a livello cellulare, riattivando la circolazione sanguigna e innalzando considerevolmente il livello di temperatura corporeo.

I meccanismi fisiologici di recupero vengono così immediatamente innescati. Il flusso positivo di energia originato aiuta a riparare le lesioni o pulisce dai problemi legati alle infiammazioni o ai versamenti che possono essere successivi a un trauma o a consuetudini posturali sbagliate. La tecar esiste in Spagna sin dal 1995 e in Italia nel 1998.

E’ una tecnica innovativa che, attraverso l’emissione di microonde, innalza localmente ed in profondità la temperatura del tessuto fino a 41°- 45°, aumentando di 15 volte il flusso sanguigno nella parte traumatizzata. Questo è possibile anche grazie ad un sistema di raffreddamento dei tessuti superficiali, che impedisce il surriscaldamento della pelle.
L’utilizzo del calore in Medicina Fisica e Riabilitativa consente: di incrementare l’afflusso ematico (l’apporto di sangue e quindi l’ossigeno) in un tessuto; questo stimola i processi di riparazione tessutali favorendo da un lato l’apporto di substrati organici (elementi organici necessari per la riparazione e la ricostituzione tessutale), dall’altro l’eliminazione dei cataboliti (prodotti tossici generati dal processo infiammatorio). Inoltre modifica la conduzione nervosa sensitiva, con riduzione del dolore aumenta l’estensibilità del tessuto tendineo favorisce un rapido assorbimento degli ematomi e una inibizione di enzimi pro-infiammatori.

La Hilterapia® è una terapia innovativa con laser Nd:YAG (1064 nm) ad emissione pulsata, che consente di trattare in assoluta sicurezza tutti gli stati infiammatori, anche profondi, inducendo fin dalla prima applicazione un’intensa riduzione del dolore e una ripresa della mobilità: alta energia e sicurezza totale per curare le strutture profonde.
Questo è reso possibile dall’impulso HILT® (High Intensity Laser Therapy), brevettato negli USA.

La Hilterapia® è una laserterapia innovativa messa a punto in Italia, che ha ricevuto l’approvazione da parte della FDA (Food and Drug Administration), l’ente regolatorio statunitense.
Un impulso laser e un protocollo terapeutico di avanzata concezione permettono di portare elevate dosi energetiche in profondità, senza causare alcun danno ai tessuti: patologie fino ad oggi intrattabili con la laserterapia tradizionale possono essere curate rapidamente, semplicemente e con garanzia di successo con la terapia HILT®. Si tratta di un laser Nd:YAG pulsato, che emette una luce con una lunghezza d’onda all’interno dell’infrarosso (1064 nm) e che si differenzia dai comuni laser per la sua capacità di agire in profondità.
Molte patologie, da sovraccarico, traumatiche o degenerative, coinvolgono strutture muscolari, tendinee, articolari collocate in profondità.
Fino ad oggi era impossibile trasferire a queste strutture una quantità adeguata di energia attraverso la luce laser per stimolarle e indurne la guarigione. Infatti, via via che la radiazione luminosa penetra nei tessuti perde la sua intensità, sia perché è in parte diffusa, sia perché trasferisce la sua energia ai tessuti stessi. Ciò significa che per arrivare negli strati profondi è necessario erogare una maggior quantità di energia, con dosi energetiche molto elevate, col rischio però di cederne troppa agli strati superficiali: solo in questo modo la frazione utile di energia che giunge in profondità è sufficiente a stimolare le strutture anatomiche bersaglio della terapia. Ma elevate dosi energetiche implicano necessariamente calore: aumentando la potenza si rischia di produrre un eccessivo riscaldamento della cute e del sottocute che possono danneggiarsi. Il limite riscontrato fino ad oggi nell’uso della laserterapia per patologie che coinvolgono strutture profonde è stato proprio la difficolttà nel riuscire a trovare il modo di fornire queste elevate quantità di energia senza che il calore accumulato portasse alla lesione dei tessuti superficiali.
Questo ostacolo è stato superato grazie alla tecnologia HILT® (High Intensity Laser Therapy) in cui la luce laser anziché in modo continuo è erogata a impulsi.

In fisioterapia sono diffusi laser con una irradianza tale da sviluppare un limitato calore sulla superficie corporea. Si tratta in genere di laser con emissione nell’infrarosso. Il laser Nd:YAG è un laser a stato solido che sfrutta un cristallo di ittrio e alluminio (YAG) drogato al neodimio (Nd:Y3Al5O12) emette normalmente a 1060 nm o 940 nm. Può essere utilizzato anche il laser a CO2, che emette normalmente a 10600 nm. In fisioterapia sono possibili anche trattamenti laser a bassa potenza, cioè che non sviluppano alcun effetto termico sensibile, di cosiddetta: biostimolazione.

La terapia con gli ultrasuoni a freddo (anche detta crioultrasuonoterapia), è una nuova terapia, di grande efficacia per il trattamento degli stati infiammatori e dolorosi.
All’azione antiinfiammatoria degli ultrasuoni, infatti, si associa l’azione analgesica, antiedemigena e antidolorifica della crioterapia (terapia del freddo).
L’azione antiinfiammatoria, antidolorifica e antiedemigena si esplica grazie a vari fattori:

il fattore meccanico, rappresentato dalla “messa in vibrazione” da parte degli ultrasuoni delle cellule del tessuto trattato, determinando così una sorta di “micromassaggio” in profondità;
il fattore termico: l’aumento della temperatura indotto dagli ultrasuoni favorisce la vascolarizzazione e la eliminazione delle molecole responsabili dell’infiammazione (metaboliti tossici); tuttavia l’aumento della temperatura si verifica solamente a livello superficiale, sottraendo così il sangue alla muscolatura e ottenendo in tal modo un’azione emostatica, (cioè di arresto della fuoriuscita di sangue), molto utile dopo i traumi; d’altro canto, l’azione del freddo (che provoca prima una vasocostrizione immediata e in seguito una vasodilatazione da “vasoparalisi”) è rappresentata essenzialmente da un effetto analgesico e decontratturante;
il fattore chimico: gli ultrasuoni accelerano la demolizione dei metaboliti tossici responsabili dell’infiammazione; inoltre applicando una pomata antiinfiammatoria gli ultrasuoni facilitano la sua penetrazione nei tessuti, (aumentandone quindi l’efficacia), con una tecnica detta sonoforesi.

L’emissione di ultrasuoni dalla testina potrà essere continua o intermittente; parimenti, l’operatore userà il manipolo con moto circolare o lo terrà fermo.

La terapia con gli ultrasuoni a freddo (anche detta crioultrasuonoterapia), è una nuova terapia, di grande efficacia per il trattamento degli stati infiammatori e dolorosi.
All’azione antiinfiammatoria degli ultrasuoni, infatti, si associa l’azione analgesica, antiedemigena e antidolorifica della crioterapia (terapia del freddo).
L’azione antiinfiammatoria, antidolorifica e antiedemigena si esplica grazie a vari fattori:

il fattore meccanico, rappresentato dalla “messa in vibrazione” da parte degli ultrasuoni delle cellule del tessuto trattato, determinando così una sorta di “micromassaggio” in profondità;
il fattore termico: l’aumento della temperatura indotto dagli ultrasuoni favorisce la vascolarizzazione e la eliminazione delle molecole responsabili dell’infiammazione (metaboliti tossici); tuttavia l’aumento della temperatura si verifica solamente a livello superficiale, sottraendo così il sangue alla muscolatura e ottenendo in tal modo un’azione emostatica, (cioè di arresto della fuoriuscita di sangue), molto utile dopo i traumi; d’altro canto, l’azione del freddo (che provoca prima una vasocostrizione immediata e in seguito una vasodilatazione da “vasoparalisi”) è rappresentata essenzialmente da un effetto analgesico e decontratturante;
il fattore chimico: gli ultrasuoni accelerano la demolizione dei metaboliti tossici responsabili dell’infiammazione; inoltre applicando una pomata antiinfiammatoria gli ultrasuoni facilitano la sua penetrazione nei tessuti, (aumentandone quindi l’efficacia), con una tecnica detta sonoforesi.

L’emissione di ultrasuoni dalla testina potrà essere continua o intermittente; parimenti, l’operatore userà il manipolo con moto circolare o lo terrà fermo.

La crioterapia con compressione combina gli effetti del freddo e della pressione per trattare lesioni muscolari, ridurre l’infiammazione e accelerare il processo di recupero. Questa metodologia terapeutica sfrutta la crioterapia, che implica l’applicazione di temperature fredde sul corpo per alleviare il dolore e diminuire il gonfiore, e la aggiunge alla compressione, utilizzata per aumentare la circolazione sanguigna e limitare l’edema.

L’applicazione del freddo induce una vasocostrizione nei vasi sanguigni, riducendo il flusso sanguigno all’area trattata, il che può diminuire l’infiammazione e il dolore. Allo stesso tempo, la compressione meccanica applicata aiuta a drenare i fluidi che si sono accumulati a seguito di un trauma, supportando ulteriormente la riduzione dell’edema e promuovendo una più rapida eliminazione delle sostanze di rifiuto dal tessuto lesionato.

Questa terapia è particolarmente efficace nel trattamento immediato delle lesioni sportive, come distorsioni, stiramenti muscolari e contusioni, ma è anche utilizzata nella gestione post-operatoria per ridurre il dolore e migliorare i tempi di recupero. La crioterapia con compressione può essere somministrata tramite l’uso di dispositivi specializzati che permettono di controllare esattamente il livello di freddo e di pressione applicati, garantendo così un trattamento sicuro ed efficace.

Oltre ai benefici immediati nel controllo del dolore e dell’infiammazione, la crioterapia con compressione può contribuire a migliorare la funzionalità dell’area trattata nel lungo termine, facilitando il ritorno all’attività fisica e prevenendo la ricorrenza di lesioni. Il trattamento è considerato sicuro per la maggior parte delle persone, ma è importante che venga condotto sotto la supervisione di un professionista della salute per assicurare che sia adeguato alle specifiche condizioni del paziente e per evitare il rischio di danni da freddo, come geloni o congelamento dei tessuti.

In conclusione, la crioterapia con compressione rappresenta un’innovativa soluzione terapeutica che sfrutta i benefici combinati del freddo e della pressione per offrire un efficace sollievo dal dolore, ridurre l’infiammazione e accelerare il processo di guarigione in una varietà di contesti clinici e sportivi.

La magnetoterapia è una forma di trattamento fisico che utilizza campi magnetici per stimolare il processo di guarigione nel corpo. Questa metodologia terapeutica si basa sull’applicazione di campi magnetici statici o pulsanti a specifiche aree del corpo per promuovere effetti benefici a livello cellulare, migliorando la circolazione sanguigna, riducendo l’infiammazione e alleviando il dolore.

I campi magnetici utilizzati in magnetoterapia possono variare in intensità, frequenza e durata del trattamento, a seconda della condizione da trattare e della risposta individuale del paziente. Gli effetti terapeutici della magnetoterapia includono:

  • Miglioramento della circolazione sanguigna: L’esposizione ai campi magnetici può aiutare a dilatare i vasi sanguigni, migliorando così il flusso sanguigno e l’apporto di ossigeno e nutrienti ai tessuti danneggiati.
  • Riduzione dell’infiammazione: La magnetoterapia può contribuire a ridurre i processi infiammatori, accelerando il recupero da lesioni e riducendo il dolore.
  • Stimolazione della rigenerazione tessutale: Gli effetti dei campi magnetici possono stimolare l’attività cellulare e promuovere la riparazione dei tessuti, utile in caso di fratture ossee, lesioni muscolari e problemi articolari.
  • Alleviamento del dolore: La capacità di modulare l’attività dei nervi e ridurre l’infiammazione rende la magnetoterapia efficace nel trattamento del dolore cronico e acuto.

La magnetoterapia trova applicazione in una vasta gamma di condizioni, tra cui osteoartrite, osteoporosi, lesioni muscolari, disturbi del sonno, cefalee e disturbi circolatori. È spesso utilizzata come trattamento complementare, insieme ad altre forme di terapia fisica, per massimizzare i benefici della riabilitazione.

Nonostante la sua popolarità e la vasta gamma di applicazioni, il dibattito scientifico sull’efficacia della magnetoterapia continua, con studi che mostrano risultati variabili. Tuttavia, molti pazienti riferiscono miglioramenti significativi nella gestione del dolore e nella funzionalità fisica dopo il trattamento.

È importante sottolineare che la magnetoterapia deve essere eseguita sotto la guida di un professionista qualificato, che possa valutare l’idoneità del trattamento per il paziente e monitorare la sua efficacia. Inoltre, la magnetoterapia potrebbe non essere indicata per tutti i pazienti, in particolare per coloro che portano dispositivi elettronici impiantabili, come pacemaker, o che soffrono di determinate condizioni mediche.

La stimolazione con vibrazione meccano-sonora, nota anche come terapia vibrazionale, è un metodo di trattamento che utilizza vibrazioni sonore per promuovere il benessere fisico e migliorare diverse condizioni di salute. Questo approccio terapeutico si basa sull’applicazione di vibrazioni a frequenze specifiche direttamente sui tessuti del corpo, con l’obiettivo di stimolare la circolazione sanguigna, favorire il rilassamento muscolare, ridurre il dolore e stimolare i processi di guarigione.

Le vibrazioni meccano-sonore possono essere generate attraverso dispositivi specifici, come piattaforme vibranti, applicatori manuali o sistemi di stimolazione sonora, che permettono di controllare la frequenza, l’intensità e la durata delle vibrazioni applicate. La scelta delle specifiche impostazioni di trattamento dipende dalle condizioni del paziente e dagli obiettivi terapeutici.

Gli effetti benefici della stimolazione con vibrazione meccano-sonora includono:

  • Miglioramento della circolazione sanguigna: Le vibrazioni possono aumentare il flusso sanguigno, migliorando l’apporto di ossigeno e nutrienti ai tessuti.
  • Riduzione dell’infiammazione e del dolore: Questa forma di stimolazione può avere effetti antinfiammatori e analgesici, contribuendo alla riduzione del dolore e al miglioramento della qualità di vita dei pazienti.
  • Stimolazione del drenaggio linfatico: Le vibrazioni possono facilitare il drenaggio dei fluidi corporei, riducendo l’edema e il gonfiore nelle aree trattate.
  • Rafforzamento e tonificazione muscolare: La terapia vibrazionale può stimolare i muscoli, contribuendo al loro rafforzamento e alla prevenzione dell’atrofia muscolare.
  • Promozione del rilassamento e del benessere: L’uso di vibrazioni può anche avere effetti rilassanti, riducendo lo stress e promuovendo una sensazione generale di benessere.

La stimolazione con vibrazione meccano-sonora trova applicazione in diversi ambiti, inclusa la riabilitazione fisica, la medicina dello sport, il trattamento di condizioni croniche come l’osteoartrite, e in programmi di benessere e fitness. È importante che questa terapia sia sempre somministrata da professionisti qualificati, che possano valutare accuratamente le condizioni del paziente e personalizzare il trattamento in base alle sue specifiche esigenze.

Nonostante la crescente popolarità e l’utilizzo in vari contesti clinici, è fondamentale condurre ulteriori ricerche per comprendere appieno i meccanismi d’azione e ottimizzare i protocolli di trattamento con vibrazione meccano-sonora, garantendo così la massima efficacia e sicurezza per i pazienti.

L’elettroterapia di stimolazione è un approccio terapeutico che impiega correnti elettriche per trattare una varietà di condizioni fisiche, promuovere la guarigione dei tessuti, alleviare il dolore e migliorare la funzione muscolare. Questa forma di terapia sfrutta diversi tipi di correnti, come la TENS (Transcutaneous Electrical Nerve Stimulation), EMS (Electrical Muscle Stimulation), e correnti interferenziali, per ottenere effetti specifici a seconda delle necessità del paziente.

L’elettroterapia faradica è una forma di stimolazione elettrica utilizzata principalmente per la riabilitazione e il rafforzamento muscolare. Si basa sull’uso di correnti faradiche, ovvero correnti alternate di bassa frequenza, per stimolare la contrazione dei muscoli. Questo tipo di elettroterapia trova applicazione nel trattamento di atrofia muscolare, nella riabilitazione post-infortunio e nella gestione del dolore.

Le correnti faradiche sono caratterizzate da impulsi brevi e rapidi, che imitano gli impulsi elettrici che il sistema nervoso invia ai muscoli durante le contrazioni volontarie. Quando applicate tramite elettrodi posizionati sulla pelle, queste correnti provocano una contrazione muscolare ritmica, migliorando il tono e la forza muscolare senza causare un eccessivo affaticamento.

L’elettroterapia esponenziale, nota anche come stimolazione esponenziale o corrente esponenziale, è una forma di stimolazione elettrica che utilizza correnti con un aumento graduale dell’intensità, secondo un andamento esponenziale, per stimolare i muscoli denervati, ovvero muscoli che hanno perso la loro normale innervazione a causa di danni ai nervi. Questo tipo di stimolazione è progettato per imitare il processo naturale di contrazione muscolare, facilitando il recupero della funzionalità muscolare e prevenendo l’atrofia in muscoli che non sono più sotto il controllo volontario a causa di lesioni o malattie neurologiche.

L’elettroterapia galvanica, conosciuta anche come stimolazione galvanica o corrente continua (DC), è un trattamento fisioterapico che utilizza una corrente elettrica a bassa frequenza per trattare una varietà di condizioni muscolari e nervose. A differenza delle correnti alternate (AC) utilizzate in altre forme di elettroterapia, come la TENS o la corrente faradica, la corrente galvanica fluisce in una sola direzione. Questo le conferisce proprietà uniche e specifiche applicazioni terapeutiche.

B.F.R. (Blood Flow Restriction ) con dispositivo ???-??, utilizzato per:

Prevenzione Pre Operatoria: Ottimizza la forza muscolare
Post Operatorio: Minimizza l’atrofia muscolare
Riabilitazione: Accelera l’autonomia muscolare e il benessere
Aumento Capacità Atletiche: Accelera e ottimizza l’attività fisica

Recupero: Risposta ormonale per la guarigione di muscoli e ossa

L’RSQ1 è un dispositivo avanzato di elettrostimolazione neuromuscolare che si distingue per l’impiego di correnti sequenziali quadripolari, una tecnologia innovativa nel campo della riabilitazione fisica e dello sport. Questo sistema è progettato per ottimizzare il recupero muscolare, favorire la riabilitazione dopo infortuni e migliorare le prestazioni atletiche attraverso l’uso di stimoli elettrici che imitano i segnali che il sistema nervoso invia ai muscoli durante l’attività fisica.

La caratteristica principale dell’RSQ1 risiede nella sua capacità di produrre una stimolazione profonda e uniforme dei tessuti, grazie alla distribuzione sequenziale delle correnti attraverso quattro elettrodi. Questo approccio permette di stimolare in modo più efficace le fibre muscolari, migliorando la forza, la resistenza e la capacità di recupero del muscolo, senza provocare affaticamento prematuro o disagio al paziente.

L’elettrostimolazione con RSQ1 trova applicazione in diversi contesti:

  • Riabilitazione: Accelerare il recupero funzionale dopo infortuni muscolari, interventi chirurgici o periodi di immobilizzazione, riducendo il tempo di recupero e migliorando l’efficacia del trattamento riabilitativo.
  • Prevenzione degli infortuni: Rafforzare i muscoli e migliorare la stabilità articolare per ridurre il rischio di infortuni durante l’attività fisica o sportiva.
  • Performance atletica: Ottimizzare il condizionamento muscolare, aumentare la forza e la resistenza, e migliorare la capacità di recupero dopo l’allenamento o la competizione.
  • Gestione del dolore: Utilizzare la stimolazione per alleviare il dolore muscolare e articolare, sfruttando effetti antalgici e migliorando la circolazione locale.

Il trattamento con RSQ1 è altamente personalizzabile, consentendo ai terapisti di adeguare i parametri di stimolazione in base alle esigenze specifiche del paziente, alla fase del processo di guarigione o agli obiettivi di performance. Questo livello di personalizzazione assicura che ogni sessione di trattamento sia ottimizzata per massimizzare i benefici, riducendo al contempo il rischio di sovrastimolazione o lesioni.

L’uso dell’RSQ1, come per qualsiasi forma di elettrostimolazione, deve essere integrato all’interno di un programma di riabilitazione o di allenamento più ampio, comprendente esercizi fisici, terapie manuali e altre tecniche di recupero, per garantire un approccio olistico al benessere del paziente o dell’atleta. La supervisione da parte di un professionista qualificato è fondamentale per assicurare l’efficacia e la sicurezza dell’uso di questa tecnologia avanzata.

Per ionoforesi (iòno-phòresis = trasporto di ioni) si intende l’introduzione di un farmaco nell’organismo attraverso l’epidermide (somministrazione per via transcutanea), utilizzando una corrente continua (corrente galvanica), prodotta da un apposito generatore.È stato possibile misurare che questo sistema terapeutico ha la capacità di far assorbire alla regione ammalata una quantità di farmaco fino a 100 volte maggiore di quella assorbita, ad esempio, per via orale. In ultimo, l’applicazione di correnti continue a bassa intensità ha il risultato non secondario di iperpolarizzare le terminazioni nervose, determinandone un elevamento della soglia di eccitabilità, ottenendo quindi un effetto antalgico elevato (effetto TENS). Tutto questo è possibile perché tutti i farmaci presentano la caratteristica della presenza di ioni positivi, negativi, o entrambi (bipolari) – carichi quindi elettricamente – e, sfruttando quindi il principio fisico della migrazione ionica da un polo elettrico all’altro, otteniamo una somministrazione transcutanea, che sfrutta cioè la pelle come via di somministrazione.

L’elettroterapia antalgica è una modalità di trattamento fisioterapico che utilizza correnti elettriche a scopo terapeutico per gestire il dolore e promuovere il processo di guarigione. Questa tecnica si basa sull’applicazione di stimoli elettrici attraverso la pelle, utilizzando elettrodi posizionati in specifici punti del corpo, per modulare il dolore e migliorare la funzionalità dei tessuti.

Le correnti diadinamiche rappresentano una forma di elettroterapia che utilizza correnti elettriche di bassa frequenza per trattare varie condizioni dolorose e accelerare il processo di guarigione dei tessuti. Sviluppate originariamente dal fisioterapista francese Bernard nel 1950, queste correnti si basano sull’applicazione di correnti alternate monofasiche e bifasiche, che vengono modulate per produrre effetti terapeutici specifici.

L’obiettivo principale delle correnti diadinamiche è di stimolare la circolazione sanguigna, ridurre il dolore e promuovere la rigenerazione tessutale. Questo viene realizzato attraverso diversi tipi di modulazioni, tra cui correnti continue, correnti faradiche (per la stimolazione muscolare) e modalità miste che combinano gli effetti delle correnti precedenti. Queste diverse modalità sono selezionate in base alle esigenze specifiche del paziente e alla natura della sua condizione.

Gli effetti terapeutici delle correnti diadinamiche includono:

  • Analgesia: Riduzione del dolore attraverso la modulazione dell’attività nervosa e la stimolazione della produzione di endorfine, gli analgesici naturali del corpo.
  • Stimolazione della circolazione sanguigna: Miglioramento dell’apporto di ossigeno e nutrienti ai tessuti danneggiati, facilitando così il processo di guarigione.
  • Effetto antinfiammatorio: Riduzione dell’infiammazione nei tessuti trattati, accelerando la risoluzione dei processi infiammatori.
  • Stimolazione muscolare: Prevenzione dell’atrofia muscolare e miglioramento del tono muscolare attraverso la stimolazione diretta delle fibre muscolari.

Le correnti diadinamiche sono comunemente utilizzate nel trattamento di condizioni come distorsioni, stiramenti muscolari, lesioni dei tessuti molli, dolori articolari e problemi circolatori localizzati. Sono particolarmente apprezzate per la loro efficacia nel trattare il dolore acuto e cronico, offrendo ai pazienti una forma di sollievo non farmacologico.

Prima di iniziare un trattamento con correnti diadinamiche, è importante effettuare una valutazione approfondita da parte di un fisioterapista o di un altro professionista sanitario qualificato, al fine di stabilire l’adeguatezza di questa terapia per le specifiche esigenze del paziente. La personalizzazione del trattamento, includendo la selezione della modalità corretta e l’aggiustamento dell’intensità della corrente, è cruciale per massimizzare i benefici terapeutici e minimizzare il rischio di effetti collaterali.

la TENS agisce principalmente attraverso il meccanismo della teoria del cancello del dolore, secondo cui la stimolazione elettrica dei nervi sensoriali può inibire la trasmissione dei segnali del dolore al cervello. È spesso utilizzata per il trattamento del dolore cronico e acuto, inclusi il mal di schiena, l’artrite e i dolori muscolari.